MOTOVIAGGIARE
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Finalmente dopo giorni di soli caffè per colazione, oggi riesco a fare una bella colazione prima di partire per l'itinerario. Lascio l'hotel intorno alle 9:30 ed esco da Podgorica sulla M2.3 in direzione di Cettigne. Molto semplice uscire dalla capitale, composta in prevalenza da stradoni che si incrociano l'uno con l'altro a formare dei reticoli. Bella la strada, asfalto nuovissimo e grip per la moto perfetto. Inoltre un traffico pressochè inesistente e la strada larga aumentano il piacere di guida. Dalla pianura della capitale la strada si alza di  più con dei bei curvoni ampi da percorrere in quinta marcia. Cettigne si raggiunge in relativamente poco tempo, e lo svincolo per il monte Lovcen è ben segnalato. Freccia e si comincia a salire: la strada adesso è più stretta, ma il panorama è molto interessante e si ha una bella vista su gran parte delle zone circostanti. Qualche tornante, poi una deviazione manda ancora più su verso il mausoleo di Petar-Njegos II. Si paga un pedaggio di 2€ e praticamente un paio di km dopo la strada termina davanti la scalinata che manda al mausoleo.
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L'inizio della scalinata che porterà al mausoleo
L'ingresso al mauseoleo
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Panorama dall'ingresso del mausoleo
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Vista panoramica a 360 gradi
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Il mausoleo
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Passato mezzogiorno mi rimetto in sella per la discesa in direzione della costa adriatica. Qui il GPS fa un po' i capricci e non riesce a trovarmi la continuazione della strada facendomi fare (scoprirò non solo a me ma anche ad un'altra macchina proprio di italiani) un giro su strade devastate e strettissime che praticamente mi riporta di nuovo al parcheggio. Non capisco dove sia l'errore nell'impostazione, comunque un po' a tentativi riesco a riprendere la strada verso i tornanti panoramici che scendono in picchiata su Kotor, ma proprio prima di iniziare la discesa vedo davanti a me un paio di pullmann. Sicuro di perdermi parte del piacere di guida svolto subito in un parcheggio di un piccolo ristorante per mangiare e lasciare che il traffico si calmi.
A pancia piena riprendo la moto e mi butto letteralmente su questa strada molto panoramica. Si inizia scendendo a fianco delle rocce, lungo alcune gallerie buie ma d'effetto, e poi via via sempre più giù un tornante dopo l'altro. I tornanti a sinistra mi consentono di vedere tutta la baia di Kotor, fin dall'altra parte, scorgo la zona dove ero solo pochi giorni fa...poi Perast laggiù in fondo. Bellissimo.
I tornanti (50) non terminano a Kotor, ma un po' prima e si svolta verso Budva e la movimentata costa. A Budua mi fermo per dare un'occhiata alla città vecchia ma il labirinto di viottoli quasi mi fa perdere. Sono vestito con abiti da moto e fa molto caldo, non ho intenzione di fermarmi molto. Sbircio dentro una cappella pochi secondi prima che il custode dica bruscamente ad altri turisti che è chiusa. Troppo caldo, devo andarmene. Salgo in moto e vado verso Sveti Stefan, che altro non è che il nome di una località su un'isoletta collegata artificiamente alla costa. Vietato l'accesso al paese, essendo di proprietà di un'esclusiva catena di Resòrt. 
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Niente di che, se non la particolarità. Ma ho in testa un'altra cosa: il passaggio verso il lago Skadar. Non so perchè ce l'abbia in testa praticamente da tutto il giorno, forse perchè è l'ultimo punto prima del confine con l'Albania, cui faccio un pensiero per un viaggio in moto. Forse perchè passandolo entrerei in un mondo completamente diverso da quelli che sono abituato a vedere e che fin'ora ho visitato. La voglia di spingermi fino alla frontiera c'è, ma sarebbe tempo perso e non potrei vedere niente dell'Albania (Nota: il lago Skadar è -non a caso- l'ultima immagine in moto del video di presentazione del viaggio, quasi a lasciare in sospeso in attesa di mettere le ruote oltre il confine). Passare mi emoziona, sensazione amplificata ulteriormente dal sole del tardo pomeriggio che illumina con una luce tutta particolare la zona. A sinistra vedo delle piccole montagnole che formano dei pinnacoli, alla mia destra il lago. Sogno, chissà cosa c'è dall'altra parte del confine.......
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