SICILIA
DAL MARE AL VULCANO

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Sicilia, terra del Sole. 
Vero, ma anche di mare e rocce, lava e tramonti, campagne e colline dalle mille sfumature del giallo, spiagge e vulcano.
Mai avrei pensato di andare in Sicilia. Anzi -correggo- mai avrei pensato di andare in Sicilia in agosto, calda e assolata com'è.
Terra del Sole appunto.
La Sicilia perfetta da girare con la moto sembra un'altra Italia. Sapori, rumori, profumi tipici di qualcosa che va conservato.
Palermo mi ha conquistato col suo fascino orientale, ma di contro è lurida e sudicia. Kalsa e Albergheria sono zone sporche e affollate ma che racchiudono l'anima vera di Palermo. Il mercato di Ballarò ad Albergheria è imperdibile, una serie di vicoli che formano un percorso emozionale fatto di profumi di stigghiole sulla griglia, urla di venditori talmente abitudinali che sembrano vere e proprie cantilene ripetute con la stessa tonalità, lo stesso timbro, la stessa cadenza. Tutto il giorno, tutti i giorni. Pesci spada decapitati con la testa ancora in bella mostra, l'odore delle arancine che friggono e poi sapori di frutta venduta a prezzi inimmaginabili. Palermo caotica nella sua inosservanza delle norme stradali ma anche bellissima e sfarzosa nella sua Cattedrale e nel Palazzo dei Normanni. La Palermo degli onnipresenti Street Food e friggitorie, ma anche del sudiciume incollato alle strade e di tanti angoli degradati nei quartieri popolari. La Palermo in cui basta uno spazio di erba incolta in una piazza tra palazzi in decadenza per ricavarci una partita di cricket, tanto alcune zone sono incrocio di culture ed etnie. La Palermo dei bimbi che giocano a calcetto sul bordo della strada e che ti fermano per chiedere se gli fai una foto "e poi ce la mandi su Facebook o Whatsapp". La Palermo animata e che non dorme nei "Quattro Canti", la piazza ottagonale formata dagli incroci dei confini dei quattro quartieri popolari (Loggia, Capo, Kalsa ed Albergheria). La Palermo dei ristoranti di pesce mostrato ai clienti sul marciapiede e poi grigliato direttamente in strada. Palermo sembra racchiudere tutte le contraddizioni e assurdità ma se girata per alcuni giorni permette di coglierne la vera anima vibrante ed autentica. Basta lasciarsi trascinare dai suoni, dai rumori e dai profumi. Palermo farà il resto.
Agrigento e la Valle dei Templi mi hanno riportato ad antichi passati, accolto splendidamente da un B&B nel centro storico. Piccola e meno confusionaria di Palermo, ma comunque sporca in certe zone, visti gli avvisi di derattizzazione ovunque. La Valle dei Templi in cui ci sono pochi templi, intatti si intende. La gran parte è fatta da colonne semi crollate e resti per terra di pietre. Solo un tempio rimane davvero intatto: quello della Concordia. Agrigento e la Scala dei Turchi (che però non si trova nel suo Comune), il tramonto sulla spiaggia sotto la scogliera di marna bianca è una delle sensazioni più intense mai provate. Un miscuglio di profumo di mare che si unisce ai colori caldi di un tramonto mediterraneo. Non me ne sarei mai voluto andare. La Scala dei Turchi è anche il ricordo della simpatia, semplicità e dell'accoglienza di Carmelo, gestore del chiosco quasi di fronte, che si ferma a parlare con me prima della chiusura e che mi consiglia di mangiare pesce in un ristorante in piazza a Porto Empedocle.
Siracusa e Ortigia, l'isola con il suo centro storico barocco collegata da due ponti alla terra ferma. Di Ortigia i siracusani ne parlano come se fosse qualcosa di ben più importante di Siracusa stessa. Il nome è ovunque e non è segnato come "Centro" bensì proprio come "Ortigia". Sembra un'altra città, ma è il cuore -in tutti i sensi- di Siracusa.
Taormina: bella, raffinata e di classe guarda il mondo sospesa  tra chissà quante epoche. Imperdibile il teatro antico, con l'Etna a far da sfondo. Il centro è un susseguirsi di vie e viuzze che portano tutte nella piazza IX Aprile da cui si gode di una vista splendida sulla costa sottostante. Taormina e isola Bella. Già, dovrebbero chiamarla Isola Bellissima. Dal Belvedere in via Pirandello la sia può ammirare dall'alto. Terra e mare. Un mare talmente blu da perdersi dentro con lo sguardo che spazia tra tutte le tonalità dall'azzurro al blu intenso. Taormina e l'Etna, talmente vicino che sembra quasi che ci puoi mettere il dito su quel cratere che sbuffa per tappare il fumo che esce costantemente. Già, l'Etna, che emozione salirci in moto -per la prima volta su un vulcano- anche se la strada porta solo fino a circa 2.000 metri di quota.
​​La Sicilia è così, mix di illogicità e controsensi, miscuglio di sapori e profumi, di colori, di culture, ma con una propria identità e anima che si mostrano nella perfetta accoglienza ed un viaggio con la moto è perfetto per entrare in contatto con la gente del posto.
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